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Tiro con l’arco
Il nostro Istituto ha introdotto questa pratica sportiva, fra le proprie attività, dall’anno 2008, in collaborazione con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), avvalendosi dell’esperienza di tecnici Guglielmo e Fabio Fucsova, rispettivamente allenatore Olimpico ed istruttore della FITARCO (Federazione Italiana Tiro con l’Arco).
Tutto questo allo scopo di offrire una gamma di servizi e di attività sportive nuove e diverse, che a prima vista potrebbero sembrare “bandite” ai non vedenti.
Il tiro con l’arco è una disciplina sportiva riconosciuta a tutti gli effetti. Nato si può dire con l’uomo, ha un suo fascino legato al mito e alla simbologia (pensiamo all’arco di Ulisse, Cupido ha un arco con la freccia incoccata), ha una sua Federazione a livello nazionale e internazionale, partecipa alle Olimpiadi e alle Paraolimpiadi, e anche per quanto riguarda i non vedenti è ormai uscito dal periodo di sperimentazione durato oltre dieci anni. Le gare di Campionato vengono svolte con i vedenti, nello stesso luogo, con le stesse regole e con gli stessi tempi. La sola eccezione prevista è la presenza dell’istruttore-guida sulla linea di tiro, accanto all’atleta non vedente.
I vantaggi maggiori di questa disciplina sportiva sono:
Non richiede particolari doti atletiche: grazie alle risorse dei nuovi materiali si può prevedere un arco per ogni arciere per raggiungere gli stessi obiettivi.
Non richiede movimento nello spazio e quindi non richiede particolari competenze negli spostamenti spaziali.
Aiuta la coordinazione, il controllo di sé, la capacità di concentrarsi, l’equilibrio.
Può essere svolta sia al chiuso, sia all’aperto, in campi di tiro idonei, su prati erbosi a contatto con la natura.
Non è uno sport di squadra, ma può essere presentato e vissuto come attività di gruppo in cui la condivisione dei problemi e dei successi con i compagni.
Costituisce una protezione e una sorta di complicità che aiutano a crescere, oltre a dare un senso di “appartenenza” che sconfigge la solitudine.
Non prevede limiti di età: si può svolgere a livello agonistico a qualsiasi età e, anzi, spesso accoglie chi è costretto ad abbandonare altri sport per raggiunti limiti di età.
Il concetto che si tratti di “uno sport di mira” è da rivedere. Infatti, la mira è sicuramente un elemento di grande aiuto tecnico, ma quello che condiziona un buon tiro è soprattutto l’allineamento scheletrico, l’equilibrio delle forze che devono “spingere l’arco e tirare la corda” con le due braccia, un buon rilascio della corda stessa, una resistenza a mantenere la concentrazione al bersaglio e al controllo dei movimenti.
D’altra parte ricordiamo che i movimenti non si imparano con la vista, ma con il corpo e anche se gli occhi danno informazioni altamente preziose, è comunque tutto il nostro corpo ad apprendere e ripetere un gesto.
Per chi non vede costituisce inoltre una grande ricchezza: poter controllare lo spazio a distanza, anziché uno spazio limitato dalla lunghezza del proprio braccio o dalla lunghezza del bastone bianco. Il colpo che la freccia produce al suo impatto sul bersaglio è spesso una risposta acustica soddisfacente per l’autovalutazione del tiro.
Con alcuni accorgimenti può essere praticato, in alcuni casi, anche da pluriminorati.
La tecnica per i non vedenti consiste nel porre i piedi in direzione del bersaglio. L’arciere deve sapere esattamente dove tramite un segno sul pavimento o con l’aiuto
dell’istruttore. Il gesto consiste nel porre i piedi a cavallo della linea di tiro, perpendicolarmente al bersaglio e non di fronte, allargati quanto sono larghe le spalle e, comunque, in modo da avere un ottimo equilibrio.
Le spalle sono allineate sopra i piedi, anche queste perpendicolarmente al bersaglio. Alzando l’arco, con la freccia incoccata, il busto deve rimanere perpendicolare al bersaglio, solo la testa ruota verso di esso, le braccia si alzano all’altezza delle spalle, il braccio dell’arco spinge e il braccio che sostiene la corda tira: le forze devono essere equilibrate. Si arriva con la mano della corda alla bocca e successivamente si rilascia con la mano molto rilassata. Se la sequenza è corretta la freccia andrà al centro.